Ci voleva il TAR del Lazio perché la politica nazionale intervenisse sull’ennesima legge, non applicata, dello stato. Dopo tre anni e mezzo di stallo il Ministero dell’Ambiente, ora della Transizione Ecologica, per mano del titolare Roberto Cingolani ha allargato il perimetro del Parco Regionale di Portofino, in Liguria, da circa 1000 a 5363 ettari, compiendo un concreto passo in avanti verso l’effettiva costituzione di un nuovo Parco Nazionale. Lo ha fatto coinvolgendo oltre ai comuni compresi nel Parco regionale già esistente (Camogli, Santa Margherita e Portofino, Area Protetta dal 1935, una delle più antiche d’italia) anche altri 8 paesi e cittadine liguri, sulla costa e nell’entroterra: Avegno, Cicagna, Chiavari, Coreglia, Rapallo, Recco, Tribogna e Zoagli. Lo ha fatto dopo l’esito positivo, da parte del Tribunale, del ricorso presentato dall’avvocato Daniele Granara, presidente dell’Associazione Amici di Portofino. A quel punto il Ministro dell’Ambiente si è visto obbligato a provvedere entro il 31 luglio a una definizione (sebbene provvisoria) dei confini del Parco. Da Parco Regionale si passa dunque a Nazionale.

Abito a Camogli, un bellissimo borgo ligure.

Eppure anche qui, sulla collina che guarda il mare proprio sopra il centro storico, le strade, i sentieri, le creuze che tagliano la campagna, sono interessati da frequenti lavori di natura edile. Lo scopo, quasi sempre, è privatistico. Con buona pace di un’amministrazione pubblica piuttosto permissiva, si direbbe, e in deroga al Piano Regolatore del paese.

Poco dopo Case Rosse, a salire per Ruta, due ampie fasce a valle dell’Aurelia sono da una dozzina di giorni sconvolte dalle ruspe. In un piccolo ma significativo lotto di territorio terrazzato vista mare, abbattute una serie di piante, dalle 10.00 del mattino al tramonto un compressore innesca un gigantesco martello pneumatico, calato con la gru sulla prima terrazza, che squassa il suolo con fragore assordante. Di quando in quando si sollevano vaste nuvole di polvere. Complice il maltempo, il cantiere annega nel fango.

Ancora la scogliera di Mulinetti, tra Recco e Sori. Meno nota di altre passeggiate, frequentata quasi solo dalla gente del posto. Ma bellissima.

L’agave in Liguria è di casa. Si trova bene sulle scogliere rocciose, quindi da noi va a nozze.

Reti sul Monte di Portofino

Ottobre sul ‘Monte’. Il Parco si riempie dei colori delle reti per le olive. Che si aggiungono a quelli straordinari di una bella giornata di sole.

Molini, accoglienza e ristorazione sul sentiero verso San Fruttuoso

L’inizio dei lavori per il recupero dell’ex podere di Molini, sul Monte di Portofino, segna l’abbrivio di una seconda vita per la coop Il Giardino del Borgo. Siamo nel 2005. Pulito l’uliveto, tra i quattro ruderi a loro disposizione i ragazzi della cooperativa si concentrano su Molini, il manufatto messo meglio. Logisticamente il più strategico. Alla ricerca di risorse, imbastiscono un progetto e presentano una domanda di finanziamento PSR: (sono fondi strutturali UE, disponibili per l’agricoltura). Come risultato, ne cavano 100.000 euro! Anche ARTE, la società della Regione Liguria da cui la coop affitta i terreni, partecipa al co-finanziamento: investendone da parte sua altri 50.000.

Genesi e sviluppo di una cooperativa agricola sul Monte di Portofino

Parco Regionale del Monte di Portofino, versante rivolto a mezzogiorno. Un’ex fattoria colonica ben ristrutturata, l’Agririfugio Molini si affaccia verso la rinomata Baia di San Fruttuoso, una mezzora di sentiero là sotto. Durante il ponte di Pasqua 2019 le tavolate predisposte all’ombra degli ulivi, lungo le terrazze circostanti, sono affollate da un continuo via vai di escursionisti.

L’area del Parco Regionale di Portofino (circa 1000 ettari), salvaguardata dal 1935, e l’Area Marina Protetta prospiciente la costa, nella stessa zona, sono state inserite nel progetto di un nuovo “Parco Nazionale di Portofino” con legge dello Stato: è successo a fine 2017, con l’approvazione di una Legge in materia, proposta da Massimo Caleo, deputato del PD. Nel 2018 la Regione e i Comuni interessati (Camogli, Santa Margherita, Portofino, ossia quelli facenti parte del Parco regionale attuale, più una ventina di altri Comuni che potrebbero entrarvi) dovevano coordinarsi tra loro (limite, fine anno 2019) per indicare al Ministero dell’Ambiente i confini territoriali del nuovo Parco Nazionale. Da questi steps dovrebbero discendere i decreti attuativi e l’inizio della nuova gestione.

Un pezzo di anima ligure è fatto di creuze, le stradine pedonali che si arrampicano dal mare ai monti o percorrono la zona a mezza costa: un territorio da esplorare, libero dal traffico motorizzato, che ci riporta al piacere di andarsene a spasso a piedi. Bisogna prendersi il tempo necessario, ovviamente. Conviene visitare i centri storici di Camogli e dintorni, Santa Margherita da un lato, Recco (per alcuni aspetti) e Sori dall’altro, intervallando le esplorazioni di carrugi, piazzette e chiese con le stradine poco conosciute, spesso con selciati di mattoni, che vanno verso l’alto, o corrono parallele alle arterie motorizzate là sotto. Esiste ancora una Liguria diversa.

Renzo Garrone

Renzo Garrone, Genova 1956, scrittore e viaggiatore, pubblica dal 1985. Ha visto comparire suoi articoli e foto su numerosi giornali e riviste, realizzato varie guide di viaggio, prodotto saggistica sul fenomeno del turismo e reportage da numerosi paesi. Nel 1987 ha fondato RAM, organizzazione specializzata in Asia che si occupa di Fair Trade, Editoria e Viaggi di qualità, d’incontro e responsabili. Questo è il suo Blog, dedicato al Reportage.

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