Normalmente, in India, i poliziotti non accettano d’essere fotografati al volo. Di solito, in servizio, oppongono un rifiuto abbastanza tipico. Lo accettavano ancora meno 40 anni fa, prima della democratizzazione dell’esercizio fotografico legata all’avvento degli smartphone alla portata di (quasi) tutti.

Delhi, 1976. Stazione di polizia. Foto Renzo Garrone

La foto di oggi, che risale al 1976, anno del mio primo viaggio nel subcontinente, non smentisce questo luogo comune solo perché fu scattata quasi per caso, da dietro una grata – vidi, scattai. La foto non fu rubata intenzionalmente. E la persona fotografata, che era in preda ai suoi pensieri, non ebbe modo di elaborare una reazione. Nel ritratto c’è quindi immediatezza. Il resto lo fa l’intensità dell’espressione, componente naturale della personalità dell’interlocutore. Si aggiunge il fascino un po’ esotico del copricapo. Che fa parte dell’uniforme, ma che fa anche tanto India.
L’immagine è un reperto, ripescato in un piccolo giacimento di bianco e nero risalente agli anni dei miei primi lunghi viaggi. Quando, prima di partire per l’Oriente, compravo gli FP4 della Ilford in pizze da molti metri e mi fabbricavo da me, in camera oscura, i rollini, utilizzando caricatori di riciclo. Rollini oggi sviluppati che stanno tutti, o quasi, in una grossa scatola di cartone. Con calma, sarà un piacere esaminare questi antichi scatti. Spesso non molto definiti ma – alcuni – che mostrano un mondo ormai scomparso (per esempio, senza traffico veicolare!). Di certo, ne proporrò altri nel prossimo futuro.