In questo blog si parla di viaggi, ma soprattutto si racconta della scoperta (la mia scoperta) di ambienti, culture e persone diverse. A volte lontane, altre volte vicinissime, e comunque meritevoli di una narrazione. Culture a prima vista misteriose e difficili da decodificare, ed altre omogenee alla nostra: entrambe però accostate con il gusto della scoperta, dell’indagine. Si parla di paesi diversi e lontani, ma anche di Italia e di fenomeni culturali che mi affascinano.  

L’esigenza è prima di tutto quella di capire, per poi raccontarne.Obbligo deontologico, l’approfondimento: in mezzo a troppe notizie solite, a interpretazioni intellettualistiche o superficiali, il mio reportage deve essere significativo.

E spesso l’approfondimento scaturisce da numerosi viaggi successivi. 

Si parla di mobilità. Perché tutto si muove e cambia, e gli umani fanno parte del tutto. Spostarsi serve però se si ha passione, il gusto di farlo bene. E’ il come che conta, più del dove si vada: io cerco di spostarmi senza correre, situando gli obiettivi in una cronologia, ascoltando, parlando con la gente – con tutti, con l’altro – provando a leggere il territorio, riflettendo. Se è vero che tutto già stato detto, questo però è mio, l’ho vissuto, raccolto, scritto io. Mi sono divertito a farlo, penso possa essere godibile da chi mi legge.

Si parla anche di turismo, perbacco. Turismo straordinario spirito dei tempi, ma anche bruttissima bestia, com’è evidente. Turismo, fenomeno, opportunità, che non va demonizzata. Esiste infatti un turismo non deteriore, che nasce dalla passione del viaggiare. Un esercizio in cui l’artefice è responsabile dei propri gesti. Un turismo che è anche ricreazione, evasione, vacanza, ma non disgiunto dalla voglia di scoprire, dalla giusta quota di approfondimento. Che non prevarica, che non affolla stupidamente, che incontra la gente del posto in semplicità.

Si parla di tutto questo attraverso lo strumento del reportage di taglio giornalistico, la mia grande passione, e quello della foto, documentazione che accompagni il racconto.

Reportage per me è l’esperienza della scoperta narrata, in cui l’autore per prima cosa impara, indaga, collega le cose. E’ il gusto di scrivere in termini di cronaca. Ma è anche la rivisitazione, in cui la prima persona si intreccia con la divulgazione di taglio saggistico, in cui emergono in termini semplici le componenti sociopolitiche del quadro.